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Molti conoscono, anche solo sommariamente, la figura del bandito Stefano Pelloni, detto "il Passatore" che nella prima metà dell'800 terrorizzò la Romagna con rapine, saccheggi e brutali uccisioni; pochi sanno che ancora oggi il suo ricordo è ben vivo in racconti e leggende popolari e nell'immaginario collettivo dei suoi conterranei. Se un ventenne romagnolo dei giorni nostri ha lo stesso nome e cognome e anche luogo e data di nascita identici a quelli del Passatore, e semplici coincidenze generano una fortissima autosuggestione, è anche possibile che quello stesso ventenne si metta a compiere furti e rapine in un crescente delirio di emulazione. E quanto accade al protagonista di questo romanzo, che da semplice e spiantato barista si trasforma in fuorilegge: le idee per nuovi e rocamboleschi colpi sembrano quasi cercarlo, e Stefano si convince sempre più di essere la reincarnazione del famigerato bandito, o forse un suo discendente. Tra rivincite personali, avventure erotiche e crimini non violenti, teatrali e ironici, dopo un lungo periodo di impunità, non tutto fila liscio. Stefano ingaggia un grottesco duello a distanza con un ispettore di polizia deciso a incastrarlo: nelle pagine finali l'epilogo della vicenda, ma forse qualcosa potrebbe ancora non essere svelato.